Il 14 Febbraio 2023 è stata pubblicata la sentenza della Sezione Quinta del Tar del Lazio, che qualche mese fa ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni del settore della canapa, che annulla il decreto che limitava l’ultizzo della pianta a soli semi e fibre.
Il tribunale ha stabilito che i singoli Stati membri possono limitare l’uso di parti della pianta solo se ciò è strettamente necessario per proteggere la salute pubblica, e questa limitazione deve essere supportata da dati scientifici. Di conseguenza, non è possibile limitare l’uso della canapa a determinate parti della pianta senza fornire una giustificazione scientifica valida.
Dopo l’annullamento del decreto, i ministeri competenti dovranno riesaminare la questione. In questo momento, le restrizioni che impediscono alla canapa di essere venduta in erboristeria o potenzialmente di essere classificata come prodotto da inalazione sono cadute. Tuttavia, affinché il settore possa operare legalmente, servirebbero dei correttivi legislativi appositi per la canapa, che le associazioni hanno richiesto da tempo.
L’avvocato Bulleri ha espresso soddisfazione per il fatto che il tribunale abbia compreso per la prima volta l’impianto normativo della canapa, dimostrando di avere una visione in linea con quella del Consiglio di Stato francese. La sentenza sarà un punto di riferimento per i tavoli di filiera in cui i ministeri dovranno adottare un nuovo testo sulle piante officinali, tenendo conto delle indicazioni del Tar sull’uso dell’intera pianta di canapa.
Tuttavia, non è completamente lecito utilizzare la canapa nella sua interezza come pianta officinale, finché la legge non lo permetterà con una correzione legislativa apposita, a meno che la sentenza non venga appellata dai ministeri coinvolti al Consiglio di Stato.
Il Tar ha espresso un giudizio ben oltre la mera annullabilità del comma incriminato del decreto, richiamando esplicitamente sia la recente sentenza del Consiglio di Stato francese, che ha di fatto legittimato il commercio di CBD e infiorescenze di canapa in Francia, sia la sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha sottolineato la necessità che i prodotti legali a base di CBD di uno Stato membro possano circolare liberamente in tutta Europa.
In merito alla possibilità di utilizzare l’intera pianta di canapa, il Tar ha affermato che:
“non è possibile evincere alcuna distinzione tra le parti della pianta di canapa liberamente coltivate, ai sensi della legge citata n. 242/2016, che possono essere utilizzate per le finalità stabilite dalla legge medesima. La disciplina di settore di matrice internazionale e comunitaria chiarisce, infatti, che il criterio discretivo per stabilire la libera coltivazione della canapa risiede nella tipologia di pianta, considerata nella sua interezza”.
Inoltre, il Tar ha esplicitamente menzionato le infiorescenze, pronunciandosi sulla legittimità del provvedimento nazionale di divieto. Sottolinea, anzitutto, che una siffatta misura restrittiva deve essere giustificata alla luce dell’obiettivo di sanità pubblica perseguito e risultare proporzionata ai rischi per la salute connessi alle sostanze vietate. Osservando, in proposito, che i suddetti rischi dipendono dalle quantità di THC effettivamente ingerite a seconda dei prodotti consumati e dei modelli di consumo. Concludendo che, allo stato dei dati scientifici, il consumo delle foglie e dei fiori delle varietà di cannabis con un livello di THC inferiore allo 0,3% non crea rischi per la salute pubblica tali da giustificare un divieto generale e assoluto della loro commercializzazione.
Il Tar ha precisato che le considerazioni espresse dal massimo organo di giustizia amministrativa francese risultano ugualmente valide per la risoluzione dell’odierna vicenda contenziosa, nella misura in cui, nell’esercizio del potere discrezionale, ciascuno Stato membro è chiamato, in virtù dell’assoggettamento ai vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario, ad applicare – nel quadro della politica agricola di rilievo sovranazionale – il corretto bilanciamento tra l’interesse alla tutela della salute pubblica ed i principi eurounitari di proporzionalità e di precauzione nell’adozione di misure restrittive alla libera circolazione dei prodotti agricoli.
La Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) ha pubblicato un rapporto speciale sulla canapa industriale, focalizzato sull’utilizzo del suo potenziale economico e sociale nelle economie in via di sviluppo. Secondo il rapporto, un approccio “whole-plant”, che sfrutti tutte le parti della pianta, dovrebbe essere al centro di ogni strategia di sviluppo settoriale. Questo approccio potrebbe agevolare la creazione di filiere produttive in grado di contribuire alla crescita delle aree rurali, dell’industria manifatturiera e dell’industria di trasformazione alimentare.
L’UNCTAD sottolinea che la canapa è una risorsa molto versatile, in grado di essere utilizzata per la produzione di numerosi prodotti, tra cui tessuti, carta, biocarburanti, cosmetici e integratori alimentari. Inoltre, l’utilizzo di questa pianta può aiutare a ridurre l’impatto ambientale di alcune industrie, fornendo alternative più sostenibili ai materiali tradizionali.