Cannabis: Una risorsa per il futuro

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Cannabis: Una risorsa per il futuro

La terra brucia e l’acqua scarseggia, il prezzo dell’energia è al di sopra della soglia di sostenibilità di aziende e famiglie, disoccupazione e mala occupazione sono ormai uno status. In un momento così grave di crisi energetica, ambientale e sociale perché non sfruttare tutto il potenziale di una delle miglior risorse naturali di cui disponiamo?

Noi giovani imprenditori italiani del settore della canapa industriale, ci siamo battuti insistentemente fin dal 2019 affinché venisse creata e integrata una regolamentazione chiara e inequivocabile sulle destinazioni d’uso della canapa industriale e i suoi derivati, già disciplinati in tantissimi paesi europei ed extra UE.

In questi quattro anni abbiamo costantemente interloquito con tutte le forze politiche delle maggioranze che si sono susseguite, ma non siamo riusciti a fare grandi passi avanti. Siamo fermi al 2016, anno di promulgazione della legge 242.
In questi giorni stiamo assistendo ad un generalizzato disinteresse sul tema cannabis, anche terapeutica, e canapa industriale da parte di tutte le forze politiche che si auto dichiarano democratiche e progressiste, incluse quelle che conducono battaglie decennali sul tema.

Le opportunità legate alla cannabis

La canapa industriale, e in generale la cannabis, è una grande opportunità per tantissimi aspetti economici, ambientali e sociali. Tra le molteplici positività è possibile trovare:

Occupazione e imprenditoria giovanile

La reintroduzione della canapa come coltura legale ha permesso l’apertura di innumerevoli di nuove aziende, detenute per la maggior parte da under 30, con diverse migliaia di nuovi giovani occupati, un fenomeno con pochi eguali;

Reale lotta alle mafie

È risaputo ed assodato che le mafie riescono a recuperare quantità inaudite di denaro dalla distribuzione delle sostanze stupefacenti, tra le maggiori la cannabis, con il quale riescono a sostenersi e svilupparsi. Sottraendo gran parte di questo carburante economico queste organizzazioni verranno private di una buonissima parte di mezzi e risorse utili a finanziare attività illecite che riguardano tutti gli aspetti della società. Prima tra tutte la corruzione;

Tutela dei consumatori

In Italia più di 6.000.000 di cittadini consumano cannabis e derivati, sia a basso (legalmente ammesso) che ad alto contenuto di Thc. Un maggiore controllo dello Stato su questo tipo di prodotti permetterebbe, evidentemente, una maggiore tutela del consumatore e la possibilità di controllarne il fenomeno;

Minor esborso statale per procedimenti e misure

Si potrebbe assistere ad una drastica diminuzione dei processi e ad un implemento delle attività delle forze dell’ordine nella lotta al narcotraffico -quello vero- e ai reati gravi, mentre oggi si stigmatizzano semplici consumatori e in alcuni casi pazienti che utilizzano un farmaco regolarmente prescritto.

Gettito fiscale aggiuntivo

La sola regolamentazione del prodotto infiorescenze e derivati di canapa industriale, quindi già legale, come prodotto da fumo e inalazione, già previsto in ambito europeo, porterebbe un introito per lo stato pari a quello generato dalla distribuzione dei liquidi per sigarette elettroniche. Con la legalizzazione della cannabis, invece, si apporterebbe nelle casse dello stato un gettito infinitamente più grande col quale sarebbe possibile finanziare: campagne per un consumo responsabile e controllato, prevedere adeguate strutture di tutela -laddove necessarie- oltre a rendere possibile un aumento degli stanziamenti statali per istruzione e welfare;

Transizione ecologica ed energetica

La canapa è, senza dubbio, la miglior risorsa dell’umanità per cercare di ristabilire quell’equilibrio ambientale capace di consentire la prosecuzione della nostra specie. Come tutti sanno, già agli inizi del Novecento il grande visionario Henry Ford costruiva un’autovettura completamente fatta in canapa e che funzionava con etanolo di
canapa, praticamente un’automobile sostenibile. Investire nella canapa significa poter produrre bioplastiche, biocombustibile, materiali per la bioedilizia, carta, tessuti, ecc…il tutto a impatto zero. Anzi, le coltivazioni di canapa producono un effetto di fitodepurazione del terreno, attivando un processo di bonifica da inquinanti e metalli pesanti presenti nel suolo, oltre a catturare 4 volte di più della CO2 immagazzinata mediamente dalle foreste.


Un intero comparto produttivo, più di 6.000.000 di cittadini italiani consumatori di cannabis e tutti gli ambientalisti, aspettano con ansia che una forza politica realmente democratica e progressista, attenta all’emergenza ambientale così come alla giustizia sociale accolga nel proprio programma elettorale questo tema. È necessario ricordare la grande partecipazione popolare durante la raccolta delle firme per il referendum sulla cannabis, ingiustamente rigettato dalla Corte Costituzionale.


Ci auguriamo che questa tornata elettorale non regali la maggioranza del consenso a forze conservatrici e retrograde, ma questo dipenderà solo da quanto coraggiosa ed innovativa sarà la controproposta progressista e ambientalista.


Ad Maiora!

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