Il 21 gennaio 2022 il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha emanato un decreto che disciplina la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali. Tale provvedimento ha suscitato grande attenzione da parte del comparto della canapa industriale, poiché include anche la cannabis sativa L. tra le colture potenzialmente soggette a restrizioni. In particolare, l’art. 1, comma 4, del decreto sembrava imporre la coltivazione della canapa unicamente per la produzione di semi e dei relativi derivati, senza un adeguato riconoscimento degli impieghi previsti dalla Legge 242/2016.
Le Finalità del Decreto sulle Piante Officinali
Il decreto del 2022, nato con l’intento di regolamentare l’intero settore delle piante officinali, mirava a stabilire le norme per la coltivazione e la prima trasformazione di erbe e piante destinate a usi erboristici, cosmetici o farmaceutici. Tra gli aspetti più controversi, è emerso il tentativo di circoscrivere l’utilizzo di fiori e foglie di canapa al solo ambito farmaceutico, generando incertezze per quelle filiere che da anni trasformano tali parti della pianta anche in prodotti alimentari, cosmetici o altre soluzioni innovative.
Il Dibattito sul Ruolo della Canapa
L’obiettivo dichiarato di tutelare la salute pubblica e garantire la tracciabilità delle piante officinali non trova riscontro nei regolamenti europei e nella legge nazionale. La Legge 242/2016, infatti, promuove la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa, riconoscendone le potenzialità in svariati campi, dalla produzione tessile a quella alimentare, fino a usi in bioedilizia e nell’ambito wellness.
Con il decreto, secondo alcune interpretazioni, si sarebbe rischiato di vincolare fiori e foglie di canapa alle sole preparazioni farmaceutiche, mentre i semi e i loro derivati potevano rimanere fruibili anche in altri settori. Per molte imprese, questa disposizione avrebbe penalizzato gli sforzi compiuti per sviluppare prodotti diversificati, in parte già consolidati nei mercati italiani ed esteri.
Il Ricorso al TAR Lazio
Diverse associazioni e aziende, tra cui Canapa Sativa Italia, Resilienza Italia Onlus, Sardinia Cannabis e Federcanapa hanno deciso di presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Con tali azioni legali, è stata messa in discussione la legittimità del decreto, ritenuto in contrasto con i principi della Legge 242/2016. In particolare, si è contestata la mancata considerazione della molteplicità di impieghi di canapa sativa L., che non può ridursi alla sola produzione di semi o a un rigido inquadramento farmaceutico.
Il TAR, con le sentenze n. 02613/2023 e n. 02616/2023, ha accolto le ragioni dei ricorrenti, affermando che la coltivazione della canapa industriale non può essere limitata ai soli semi e ai relativi derivati, né può essere completamente circoscritta all’ambito farmaceutico. I giudici amministrativi hanno ricordato l’importanza di valorizzare l’intera filiera industriale, come previsto espressamente dalla Legge 242/2016.
L’Impugnazione dei Ministeri
Nonostante le pronunce del TAR, i Ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute hanno deciso di impugnare tali sentenze, presentando ricorsi (n. 7269/2023 e n. 7267/2023) al Consiglio di Stato. L’obiettivo dei ministeri è quello di ottenere un’interpretazione più restrittiva del decreto sulle piante officinali, soprattutto per quanto concerne la produzione e l’utilizzo di fiori e foglie di canapa.
Secondo le tesi ministeriali, la canapa – in quanto rientrante tra le piante officinali – necessiterebbe di controlli rigorosi e di una disciplina dettagliata, in grado di prevenire usi non autorizzati e garantire la protezione della salute pubblica. Il rischio, dal loro punto di vista, sarebbe che un quadro normativo troppo permissivo possa dare adito a interpretazioni elusive.
Le Ordinanze del Consiglio di Stato
Nelle ordinanze emesse il 13 febbraio 2025, il Consiglio di Stato ha esaminato preliminarmente l’ammissibilità dei ricorsi e ha sollevato dubbi in merito alla loro fondatezza. I giudici di secondo grado hanno quindi concesso alle parti un termine di trenta giorni per presentare memorie integrative, così da chiarire le rispettive posizioni.
Pur non risolvendo il merito, queste ordinanze segnano un passaggio importante verso la definizione della controversia. L’udienza pubblica è stata fissata per il 2 ottobre 2025, data in cui il Consiglio di Stato potrà stabilire in via definitiva se la disciplina sulle piante officinali debba o meno restringere l’impiego della canapa ai soli semi e a preparazioni esclusivamente farmaceutiche basate su fiori e foglie.
Prospettive per la Filiera delle Piante Officinali e della Canapa
L’esito del giudizio avrà ripercussioni non solo sul settore della canapa industriale, ma su tutto l’insieme delle piante officinali interessate dal decreto del 2022. Una sentenza che confermi la linea del TAR potrebbe ribadire la centralità della Legge 242/2016, dando slancio a un comparto in crescita e favorendo le imprese che operano con canapa a fini alimentari, cosmetici, erboristici e di ricerca.
Al contrario, qualora dovessero prevalere le ragioni dei ministeri, si prospetterebbe un regime più rigido per i produttori: fiori e foglie della canapa industriale potrebbero essere relegati a un uso strettamente farmaceutico, e le imprese potrebbero dover affrontare oneri o limitazioni aggiuntive. Tale scenario rischierebbe di penalizzare quegli investimenti che si fondano sulla diversificazione degli impieghi.
Conclusioni
Questo procedimento di fronte al Consiglio di Stato rappresenta dunque un momento cruciale per il futuro della legislazione in materia di piante officinali e, in particolare, della canapa industriale. Da un lato, c’è la prospettiva di un settore regolamentato ma dinamico, in cui fiori e foglie, oltre ai semi, possano avere un ruolo di primo piano. Dall’altro, permane l’esigenza di assicurare un quadro normativo chiaro per scongiurare abusi e pericoli per la salute pubblica.
Imprenditori Canapa Italia continuerà a monitorare con costanza tutti gli sviluppi relativi al decreto sulle piante officinali e a informare il settore sulle prossime tappe del procedimento al Consiglio di Stato. In attesa dell’udienza del 2 ottobre 2025, si invitano gli operatori a prestare la massima attenzione alle disposizioni attualmente in vigore e alle possibili evoluzioni legislative e giurisprudenziali.
Un sentito ringraziamento va alle associazioni che si sono fatte carico delle spese legali e hanno portato avanti i ricorsi in difesa della filiera. L’auspicio è che possano vincere questo nuovo procedimento, per il bene di tutto il settore e per favorirne un ulteriore sviluppo.
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